“E arrivarono le trattrici. strariparono dalle strade, invasero i campi, penetrarono dappertutto,strisciando come dinosauri………Mostri dal grifo appuntito che procedevano in linea retta sui loro cingoli entro nuvole di polvere, grufolando inesorabili, superando palizzate, cortili, avvallamenti, squarciando la terra, insinuandosi sotto gli atrii delle case…., scalando ripe, abbattendo cinte, ignorando ogni ostacolo…………………………E gli occhi dei poveri riflettono, con la tristezza della sconfitta, un crescente furore. Nei cuori degli umili maturano i frutti del furore e s’avvicina l’epoca della vendemmia”
(J. Steinbeck “Furore”1939)
La domanda che ci ponevamo all’inizio dell’estate riguardo le ruspe che avevano iniziato in più punti del quartiere a scavare trova risposta nel “piano c a s a ” approvato ad a g o s t o d a l l a Regione Lazio.
Questo “Piano Casa”, strombazzato dai giornali come la soluzione ai problemi abitativi della metropoli romana e come rilancio dell’edilizia nasconde l’ennesimo scempio ai danni dei territori. Permette cambi di destinazione d’uso, aumenti di cubatura in adiacenza, deroghe al piano regolatore generale, consente quindi di costruire ovunque anche in parchi, zone agricole e zone protette (vincolate anche da leggi nazionali) solo per accontentare i soliti pescecani del mattone romano (Caltagirone, Mezzaroma, Toti etc.) sempre prodighi a finanziare i partiti tutti che poi votano questi scempi.
A riprova basti dire che prima ancora che la legge venisse pubblicata sul Bollettino Ufficiale Regionale, su Internet, in vari siti dei costruttori era già reperibile la legge e la data di entrata in vigore.
Nel nostro territorio poi già al collasso del traffico e con una densità di popolazione incredibile (16.293 abitanti per km2 ) tra le maggiori al mondo pensare di costruire ancora è assurdo.
Nel vecchio Prg il VI Municipio è totalmente classificato quale Periferia Consolidata, dove non bisogna fare nuovi mc, ma piuttosto recupero, sostituzione edilizia, demolizione e ricostruzione e non certo nuovi edifici e aumento delle cubature esistenti.
In sintesi ci sarà un aumento del dimensionamento del vecchio Prg pari a mc 1.000.000, per un ulteriore consumo di suolo pari a 143 ettari e un numero di possibili nuovi residenti pari a 8.333.
Nonostante ciò, il nostro quartiere, il Quadraro, conserva un’anima autenticamente popolare, capace di favorire momenti di incontro e di solidarietà tra chi lo abita, italiani o stranieri, nuovi arrivati o abitanti storici di questa zona.
L’Orto ins-orto, spazio verde ripulito e coltivato aperto a chiunque lo voglia frequentare e vivere, sta lì a dimostrarlo anche attraverso il ruolo di presidio a salvaguardia di quella parte di territorio ancora libero dal cemento ma da bonificare e restituire ad un uso collettivo e sociale.
L’emergenza abitativa, che pure è un problema urgente da affrontare, si risolve calmierando gli affitti e requisendo le case sfitte (circa 245.000 a Roma nel 2009) Noi non vogliano nuove colate di cemento, Vogliamo proteggere dalla speculazione ogni spazio verde rimasto.
Nel VI Municipio, la dotazione a verde pubblico è pari ad un terzo del minimo di legge, ossia 3 mq a fronte dei 9 mq a residente previsti per legge.
Per questo vogliamo organizzarci, discutere insieme il da farsi e continuare caparbiamente a denunciare la contraddittorietà delle informazioni fin qui raccolt presso gli organismi di governo del territorio, Comune e VI Municipio in primo luogo.
Fermarli è possibile. Fermarli è necessario.
Vi invitiamo tutte e tutti ad una ASSEMBLEA PUBBLICA
Sabato 1 Ottobre ore 16 presso l’Orto ins-orto in Via degli Angeli
dasdas[1]